Non da oggi siamo sostenitori di un processo costituente che aggiorni la cultura politica della sinistra e articoli in forme nuove il panorama politico italiano in senso bipolare.
Fin dall’Ottantanove ci siamo impegnati per la riforma della cultura politica della sinistra, per costruire soggetti politici fortemente inclusivi e pluralisti, dai contenuti politici forti, all’altezza delle sfide del nuovo Millennio, tanto da attrarre consensi da tutto il campo dell’Ulivo.
Per questo noi non possiamo non stare, convintamene e attivamente, dentro il cantiere di costruzione del Partito Democratico, perché la nostra è la storia di una adesione non ideologica ad una sinistra democratica, la cui identità politica si è confrontata e trasformata continuamente attraverso la contaminazione con le culture dei movimenti dell’ambientalismo, del pacifismo, dei diritti civili, del femminismo, per il lavoro negli ultimi decenni del Novecento.
Culture politiche che non hanno avuto vita facile nell’alveo della tradizione della sinistra italiana, spesso osteggiate da una ortodossia incapace di concepire le grandi trasformazioni che il sistema economico, politico, sociale e biologico stavano vivendo.
La nostra storia nella sinistra italiana, è una continua ricerca e confronto con le parti vive e innovative della società italiana, capaci di affrontare con soluzioni nuove le grandi sfide della globalizzazione e della crisi della politica. Una ricerca che abbiamo alimentato e vissuto in piena autonomia culturale e politica.
Anche il nostro ancoraggio all’orizzonte del socialismo europeo è stato laico, scevro da ogni approccio ideologico; un riferimento ad una prospettiva di cambiamento fondata su valori di libertà, equità e possibilità di sviluppo qualitativo per tutti i popoli e gli individui del pianeta, non certo ad un totem immutabile e immobile.
Dunque, oggi vogliamo partecipare a pieno titolo al cantiere per la costruzione di un partito politico di massa, legato ai valori del socialismo in modo laico e aperto al dialogo creativo con altre culture politiche; un partito europeista e mondialista, capace di dare forma e progetto politico alle speranze di cambiamento globale in direzione della sostenibilità sociale e ambientale dello sviluppo, della pace e della liberazione dalla violenza per tutto il pianeta, della uguaglianza e del diritto ad una buona vita per tutti gli abitanti del globo e per le generazioni non ancora presenti. Scegliamo, perciò, di aderire alla mozione del segretario Piero Fassino perché essa propone di avviare subito questo cantiere.
Abbiamo deciso di stare pienamente e responsabilmente dentro questo percorso, per quanto esso sia stato avviato e gestito in un modo decisamente deludente, come una mera sommatoria di gruppi dirigenti di due partiti dell’Ulivo e non come un ampio dibattito nella società italiana, ben oltre i confini degli attuali assetti politici. Vogliamo partecipare a questo processo anche per allargarne gli orizzonti, per ascoltare tanta parte della società italiana impegnata nella vita sociale e culturale ma che non riesce a trovare nella società politica soggetti in grado di elaborare sintesi e progetti politici di ampio respiro.
Stiamo dentro la fase costituente, dunque, sia per coerenza con il nostro percorso politico, ma soprattutto per mantenere aperto questo processo ben oltre i confini politici e temporali del prossimo congresso Ds.
Vogliamo dare un contributo ad aprire questo cantiere a territori esterni alla vicenda dei due partiti Ds e Margherita, ma anche ai partiti dell’Ulivo, perché il mondo politico ha perso la capacità di ascoltare, dialogare, interagire con vaste parti della società italiana che tuttavia si organizzano nelle associazioni del volontariato e di impegno sociale e culturale. L’impegno politico ed istituzionale, che pure ci appartiene, non deve far perdere di vista l’impegno sociale e culturale, il rapporto fecondo e dialettico con la società civile, la responsabilità di legare la passione per i grandi valori e la loro traduzione in atti di governo.
Entriamo in questo cantiere per contribuire con un libero e autonomo pensiero, improntato al confronto a 360° sulla politica e non per occupare uno spazio culturale di nicchia, consapevoli che abbiamo di fronte un grande obiettivo che non può accontentarsi di conservare l’esistente assetto del panorama politico italiano (giacché esso è inadeguato a rispondere alle domande che le contraddizioni globali oggi impongono anche alla politica nazionale): il riferimento a nomi, simboli e tradizioni hanno senso solo se accettano pienamente la sfida del cambiamento, del dialogo creativo con altre culture politiche
Affinché il cantiere del Partito Democratico sia innovativo e all’altezza del compito di parlare al paese reale, di ricostruire credibilità e senso del sistema politico, di aggiornare la cultura politica della sinistra, occorre liberare e sviluppare la vita politica interna dei Ds in senso di una maggiore democrazia interna, di arrestare la tendenza al conformismo e assumere una maggiore etica della responsabilità da parte dei gruppi dirigenti, tanto a livello nazionale quanto a livello locale. Anche da qui passa la riforma della politica non più rinviabile nel nostro paese. Il congresso dei Ds deve essere un’occasione per riflettere e cambiare anche in questo senso; ed è tema che attiene alla selezione dei gruppi dirigenti, degli amministratori pubblici, ai rappresentanti negli enti, nonché ai comportamenti di questi nei riguardi della “cosa” pubblica, come nella formazione degli orientamenti politici del partito.
Anche per questo la nostra partecipazione alla fase costituente del Partito Democratico sarà improntata all’autonomia: daremo il nostro contributo di merito, saremo un riferimento per il mondo dell’associazionismo e della società civile che deve entrare a pieno titolo in questo processo, faremo le nostre battaglie politiche su temi di rilievo generale in relazione a concrete e coerenti scelte politiche (non è, ad esempio, possibile dichiararsi per la nonviolenza e prevedere aumenti considerevoli della spesa militare nella Finanziaria, oppure realizzare l’allargamento della base USA di Vicenza per una malintesa fedeltà atlantica; non si può parlare di sviluppo sostenibile e poi fare scelte trasportistiche o urbanistiche orientate al consumo del territorio e alla crescita delle emissioni in atmosfera e all’uso di energia derivante da risorse limitate e non riproducibili; non si può dirsi laici e poi consentire a visioni religiose della vita condizionare le scelte legislative che si applicano anche a tutti i cittadini). Dentro il processo costituente del Partito Democratico, insieme a tanti altri, saremo a garantire che l’operazione del Partito Democratico non avrà mai un segno moderato. Aderendo alla Mozione “Fassino”, faremo il congresso Ds per dare un segno di apertura alla fase costituente del Partito Democratico, favorendo l’ascolto e il confronto con i cittadini organizzati nel vasto arcipelago dell’associazionismo italiano e con rispetto e dialogo verso tutti gli iscritti che pure scelgono prospettive politiche contenute nelle altre mozioni. Solo da questo libero e non aprioristico confronto può nascere un processo virtuoso e utile verso il Partito Democratico e possiamo evitare di ridurre il Congresso Ds ad una verifica notarile dei voti per le tre diverse mozioni. Rischio che è possibile evitare anche in Toscana dove il recente documento che porta la firma del segretario regionale Manciulli e di altri compagni della maggioranza costituisce una buona base per costituire un contributo utile e autonomo di tutti i Ds toscani al congresso nazionale e ancora di più alla concreta costruzione del Partito Democratico a partire dall’esperienza maturata in Toscana. L’esito finale di questo cantiere dipende da tutti noi e da ciascuno e sarà decisivo per tutta la sinistra italiana, per il nostro paese e per l’Europa.
Gianni AMUNNI
Antongiulio BARBARO
Cristina BEVILACQUA
Filippo FOSSATI
Tonino LAZZARO
Stefano FUSI
Alessandro LO PRESTI
Alessio MALPASSI
Giuseppe PANDOLFI
Mauro PERINI
Aleardo PUTTI
Simone SILIANI
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