giovedì 13 dicembre 2007

In ricordo degli operai morti sul lavoro a Torino e in tutta Italia

Il primo dovere

Commento di Romano Prodi, da "La Stampa"

Oggi è il giorno del dolore e del distacco più difficile. È il giorno dell’ultimo saluto a quattro figli dell’Italia del lavoro: Angelo Laurino, Bruno Santino, Antonio Schiavone, Roberto Scola. Ogni parola che non fosse quella di un omaggio rispettoso sarebbe di troppo. È il momento degli impegni, come l’adozione di misure rafforzate per la sicurezza sui luoghi di lavoro, la sospensione delle attività produttive laddove non ci siano standard adeguati, la richiesta severa di indagini rapide e giuste.

Questo il governo ha fatto e continuerà a fare anche dopo oggi. Torino piange - e con Torino tutto il Paese - quattro vite che non dovevano essere spezzate così. Non posso essere oggi a Torino come avrei voluto. Infatti sarò a Lisbona per la firma del Trattato dell’Unione Europea.

Ma il mio abbraccio forte va al loro ricordo e ai loro cari, così come il mio pensiero corre alla coraggiosa lotta per la vita di Giuseppe De Masi, Rocco Marzo e Rosario Rodinò.

Ogni giorno in Italia muoiono lavoratrici e lavoratori. È un’offesa alla democrazia e allo stesso spirito della Costituzione. Abbiamo il dovere di difendere la vita dei lavoratori, garantire tutele e regole, impegnarci per migliorare le condizioni morali e materiali di ciascuno.

Il sacrificio di Angelo, Bruno, Antonio e Roberto non deve essere vano. Morire così, nel 2007, è inaccettabile. Ed è per questo che oggi non è solo il giorno del dolore. Ma anche quello dell’omaggio e della promessa: la sicurezza del lavoro e dei luoghi di lavoro diventerà il primo dei nostri doveri.

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