PARIGI - «Qui in Francia Bayrou una volta era dall' altra parte. E oggi è in mezzo». Anche fermandosi lì, e beninteso il diessino Pier Luigi Bersani non se lo augura, «questo è un nuovo segnale incoraggiante sulla strada del Partito Democratico». Il fatto è, spiega il ministro dello Sviluppo, ieri a Parigi per un incontro con il governo, che «c'è già qualcosa che scorre sotto la pelle degli europei: una sinistra che sta allargando il concetto di lavoratore a quello di cittadino e un'area più moderata che scappa dal rischio di evoluzione populista della destra. Credetemi, il futuro PD sarà un sasso nello stagno. E mi fanno ridere i sondaggi fatti adesso. Facciamoli in autunno, poi si ride davvero».
Intanto lei si candida a guidare il nuovo partito...
«Chiariamo subito. Non parliamo di persone, ma di politica. Stiamo andando verso una vera Costituente e tutti, se hanno idee, devono essere candidati o candidabili. Se al nostro popolo diamo l' idea di una costituente con il guinzaglio rischiamo di buttare un potenziale enorme. Il primo punto per un nuovo partito sono le nuove idee. E tutti quelli che le hanno devono essere disponibili. A fare un passo avanti, oppure uno indietro, se serve».
Che criterio seguirebbe per metter su quest' Assemblea?
«Sarà la prima palestra di un grande meccanismo di partecipazione: mi auguro che la Costituente sia tarata sui collegi del "mattarellum", in forme tali da consentire la partecipazione agli iscritti dei Ds e della Margherita, ma anche a chi vorrà iscriversi allora».
E per definire la leadership?
«Io sono per i sistemi diretti. Le primarie a tutti i livelli, quindi».
Anche qui un confronto tra piattaforme?
«Certo. Da oggi ad ottobre dobbiamo cominciare a mescolare il sangue tra di noi e a confrontarci su tre o quattro temi di frontiera. Il rapporto tra politica ed economia, la questione settentrionale, quella femminile. I sì che dobbiamo dire all' ambiente, il Sud. Sdrammatizzando le ideologie».
Franco Marini dice che non vuol morire socialdemocratico.
«Noi dobbiamo porci problemi e traguardi fattuali. Marini può star tranquillo. Anche Rutelli. Quando dice non dentro il Pse, ma con il Pse. Troveremo insieme una soluzione. Il PD sarà il partito di una nuova grande sinistra democratica, ma non tanto perché sta nel Pse. Semmai perché se è un valore l' uguaglianza, lo sono anche le liberalizzazioni, la concorrenza, la riforma della pubblica amministrazione».
Saranno felici i partiti della sinistra più radicale, fuori dal PD...
«Non pensino che lasceremo incustodita la parola "sinistra". Nè i suoi valori».
Parlava dei rapporti tra politica ed economia, eppure il suo governo nella vicenda Telecom è stato accusato di ingerenza.
«Letture sbagliate. Il nostro problema era ed è quello di avere gli investimenti sufficienti per la larghissima banda e garanzie di accesso non discriminato. A questo fine è preferibile avere società con meno debiti e più risorse da investire. E magari un meccanismo che non faccia pesare tutto sulla bolletta degli utenti, anche con l' uso dei fondi europei. Di tutto questo Telecom e l' Autorità stavano già discutendo... Forse sarebbe stato più semplice dire che abbiamo bisogno di una nuova regolamentazione per gli investimenti e l' accesso alla rete. Tutto qui».
Gli americani non hanno gradito...
«Ci spiegassero, gli americani, come funziona il loro mercato. Ci dicessero se quell' azienda messicana può acquistare una rete di tlc negli Usa. Io capisco gli interessi di Carlos Slim ma, forse per un mio limite, non capisco quelli di At&t. Però vedo che erano alleati...»
E Telefonica? Il diritto di veto?
«Non lo so, c' è ancora da chiarire nei particolari dell' accordo. Sono comunque società complementari o complementabili. La nostra dimensione è l' Europa: e dobbiamo avere non campioni nazionali, ma europei, in concorrenza tra loro, per poi avere un vero mercato continentale. Tra Telecom e Telefonica c' è pure una certa simmetria nell' azionariato: nel nocciolo duro ci sono le banche e questo può essere funzionale al disegno».
Senza capitalisti...
«Beh, guardi. C' è capitalista e capitalista: c' è chi compete e non chiede nulla alla politica e chi non chiede nulla perché pretende. In ogni caso tra scatole cinesi e patti di sindacato si è davvero passato il segno ignorando interessi e diritti dei piccoli azionisti. Ci vogliono ulteriori norme europee sulle opa e anche una modifica della normativa civilistica nazionale per scoraggiare, anche fiscalmente, le scatole cinesi. Quanto a Telecom... Le banche almeno in parte prima o poi usciranno, e una soluzione industriale si rafforzerà. Intanto c' è una base solida per un campione europeo».
giovedì 3 maggio 2007
Bersani: «Il Pd sarà il partito di una nuova grande sinistra democratica»
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