mercoledì 25 luglio 2007

Pierluigi Bersani presenta il suo contributo per il Pd

Idee per il partito nuovo
25 luglio 2007

«La parola sinistra non deve essere lasciata incustodita, deve invece essere riempita di cose nuove». Così il ministro allo Sviluppo economico Pier Luigi Bersani scrive nelle sue «Idee per un partito nuovo» presentate oggi. Bersani indica come «valori di riferimento» del nuovo partito «quelli propri di una nuova e grande sinistra democratica» e continua indicando «l'idea dell'uguale libertà e dignità di tutti gli esseri umani» quale «fondamento ineludibile della nozione di sinistra che può essere spinta formidabile per l'avanzamento della società. Se questo non ci appare più tanto chiaro è perchè abbiamo legato quella grande idea a simulacri di antiche conquiste che oggi non sempre incidono sulla realtà».

Il ministro diesse si chiede quindi se «possiamo accettare che l'Italia sia, fra i più grandi Paesi dell'Occidente, quello con il grado minore di mobilità sociale e la disparità maggiore tra di redditi?», concludendo che «mobilità e coesione non devono sembrarci un ossimoro», ma anzi che «mobilità sociale, società aperta e coesione sono un progetto che dobbiamo raffigurare nella coraggiosa concretezza di un programma».

Sono solo «idee», assolutamente non un manifesto, «non si raccoglieranno firme. Io sostengo con convinzione la candidatura di Walter Veltroni, ma la sostengo anche con le mie convinzioni». Convinzioni che ha messo nero su bianco e che tracciano l'identikit del partito che Bersani ha in mente: un partito «delle riforme», il «partito del secolo», dunque proiettato sul futuro. Soprattutto, precisa, un partito che deve avere una «vocazione maggioritaria», ovvero deve essere capace anche di andare da solo pur di difendere i suoi punti programmatici fondanti.

«Non parliamo delle alleanze dell'oggi - precisa Bersani – non facciamo un partito per ridiscutere adesso le alleanze, non schiacciamo la discussione sul presente. Sono per ribadire piena lealtà alle alleanze che ci sono. Poi, siccome dobbiamo progettare un partito nuovo, dobbiamo costruirlo con una chiarezza di idee tale che sulle questioni fondamentali possa dire 'io attraverso il deserto, quando cambierà la situazione ci rivediamo'. Dobbiamo dire cosa è irrinunciabile per noi. Poi ci rivolgeremo al Paese e vedremo». Insomma, «le alleanze sono e resteranno importanti, ma abbiamo il dovere di una proposta netta per il Paese, anche a costo di attraversare il deserto».

«Sostengo Veltroni - ripete - con convinzione e con le mie convinzioni e si lavora in amicizia anche con Letta, perchè ritengo che la sua candidatura un arricchimento di questo percorso, ma attenzione a non bruciare il fascino e l'ambizione di una fase costituente: bene il confronto tra candidature ma non può essere solo questo». Il Pd dovrà essere «un partito di combattimento, non leggero ma radicato nel territorio».

«Dobbiamo lavorare al programma e arrivare a una sintesi - avverte Bersani - intendo andare in profondità nei prossimi mesi sul messaggio che il partito dovrà dare al Paese». Perché «I compiti essenziali del partito nuovo sono la ricomposizione del rapporto tra politica e società e l'affermazione di un progetto unificante di cambiamento». Bisogna, dunque, "creare un canale di scorrimento tra politica e società significa fare un partito politico e della società civile». Un partito «aperto e ricco di forme inedite di partecipazione, ma di una partecipazione che
sia essa stessa formazione alla politica».

Il ministro parla di «un solco profondo che si è aperto tra politica e società» a causa di un sistema politico e istituzionale «irrisolto ed eternamente in transizione». Questo solco rischia di sfociare in «forme di anarchismo nel profondo della società. Chi è investito dalla competizione globale ha i nervi tesi. Chi pensa di potersene mettere a riparo, si chiude in casematte difensive corporative, localistiche o relazionali. Alla lunga, casematte di carta».

Per ovviare tutto questo serve, dunque, «un partito federale a base regionale, che trovi in ogni dimensione locale i suoi fondamentali luoghi di vita e di selezione delle leadership. Il Pd non nasce per indebolire il governo anzi se viene costruito nel modo giusto e le primarie saranno un successo, il 15 ottobre anche il governo Prodi starà meglio. L'avvio della fase successiva all'assemblea costituente –avverte Bersani- quella cioèdella vera e propria costruzione del partito, ci aiuterà a superare caratteri di verticismo, di composizione tra gruppi dirigenti, di carenza di confronto tra piattaforme politiche e programmatiche che abbiamo inevitabilmente sofferto fin qui».

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