L'assemblea costituente del partito democratico sarà eletta con un sistema proporzionale con i collegi del Mattarellum e senza preferenze. E' quanto ha deciso oggi il Comitato dei 45 riunito per più di 3 ore a piazza Santi Apostoli. A spiegare l'esito dell'incontro sono i tre coordinatori, Soro, Migliavacca e Barbi, che hanno preparato per la riunione di oggi la bozza di regolamento.
«Il meccanismo è simile a quello dei Ds o a quello utilizzato dai partiti in Usa - ha detto Antonello Soro - ossia ci saranno dei Grandi elettori, quelli eletti all'Assemblea costituente, che eleggeranno il segretario del Pd». Ma la novità osservano i 3 è che di fatto le candidature alla segreteria dovranno essere esplicite e presentate insieme alle liste per la Costituente, un mese prima del 14 ottobre. «Ci sarà un accesso molto aperto – ha aggiunto Maurizio Migliavacca - basteranno infatti 100 firme per presentare una lista, dunque niente preferenze, diritto di voto ai 16enni, e liste con alternanza di genere». Alle liste sarà collegato il candidato segretario che verrà poi ratificato dall'Assemblea, le regole riguardo alla sua elezione formale dovranno essere messe a punto nei prossimi 10 giorni, assicurano i coordinatori.
Nel sistema americano passa il candidato o i candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti, ma nel caso del Pd il criterio deve essere ancora individuato. I delegati saranno complessivamente 2400, il che vuol dire che ne verranno eletti 5 in ogni collegio, per un totale di 475 collegi. L'entità del contributo volontario per partecipare alle elezioni è un'altra delle decisioni da definire, ma di certo gli elettori firmeranno una dichiarazione in cui affermano il loro impegno a diventare soci fondatori del Pd.
Soro ci tiene a sottolineare che il segretario del pd «non sarà uno speaker ma un capo politico, responsabile del partito che lo porterà avanti nella fase di avvio che sarà particolarmente importante». «Il segretario del Pd lavorerà con il Presidente, Romano Prodi - ha aggiunto Mario Barbi - per il successo del governo e della maggioranza».
Durante la riunione del Comitato dei 45, il premier Romano Prodi ha dichiarato: «il Partito democratico deve avere un segretario forte. Non penso che il governo verrà indebolito. Le nostre decisioni - ha proseguito il premier - possono far uscire il paese dalla crisi di governance. Voglio essere chiaro: si è fatto riferimento a me e al mio ruolo, ma non ci sono dubbi, il Pd deve avere un segretario forte».
«Non penso che il governo verrà indebolito - ha aggiunto Prodi - al contrario, un governo serio ha bisogno di un partito serio alle spalle. Ci siamo detti che vogliamo un partito federale». Il presidente del Consiglio ha ribadito che il nuovo partito riformista dovrà essere un soggetto aperto e ha ricordato l'importanza della partecipazione dei giovani e delle donne. «Inoltre - ha concluso - deve miscelare le culture di provenienza. Voglio esser chiaro, si è fatto riferimento a me e al mio ruolo. Ma non ci sono dubbi: il Partito Democratico dovrà avere un segretario forte. Ci siamo detti che vogliamo un partito federale. Bene. Così deve essere. Dovrà essere un partito aperto: giovani e donne. E deve miscelare le culture di provenienza». Quanto al rapporto tra il Pd e il Governo, Prodi garantisce: «Non penso che il Governo verrà indebolito. Al contrario: un Governo serio ha bisogno di un partito serio alle spalle. Del resto, ad auspicare una «competizione trasparente» era stato lo stesso Prodi che, circa due settimane fa aveva affermato: «La politica è gara. Io vorrei che il 14 ottobre si vada a un voto su liste diverse, plurali, una gara effettiva e senza nessun posto prenotato».
«Una decisione seria e ragionevole». Così il segretario dei Ds, Piero Fassino, ha definito la scelta assunta oggi dal Comitato dei 45 del Partito democratico. «C’è stata una riflessione una discussione in queste settimane - ha detto il segretario Ds - che ci ha portato a questa scelta sulla base della comune convinzione di tutti che serve un segretario politico del partito forte, autorevole, investito di un grado di legittimazione largo. La scelta di legare le liste dei delegati dei nomi dei candidati va nella direzione di dare a chi sarà eletto segretario il massimo di forte autorevolezza e ragione tale che, insieme a Romano Prodi, possa assicurare una guida forte del partito». Non c’è rischio di frammentazione? «La democrazia non è mai frammentazione». Dunque per Fassino la soluzione è «ragionevole, giusta e realizza il massimo di partecipazione democratica dei cittadini alla formazione del Pd e al suo leader».
martedì 19 giugno 2007
Pd: a ottobre si eleggerà il segretario
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